
L’ASST Gaetano Pini-CTO si è aggiudicata un ingente finanzamento per un progetto di ricerca finalizzato a indagare le basi patofisiologiche dei disturbi del cammino che colpiscono i pazienti affetti da morbo di Parkinson.
L’azienda sanitaria milanese è risultata infatti tra i vincitori del primo bando del Ministero della Salute realizzato grazie ai fondi europei NextGenerationUE del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nell’ambito dell’area di ricerca delle “malattie croniche non trasmissibili”, con due progetti di ricerca riguardanti il morbo di Parkinson e la malattia fibrosante, per un totale di 1,7 milioni di euro.
Per quanto riguarda il progetto relativo alla patologia neurodegenerativa, l’obiettivo è quello di comprendere i meccanismi sottostanti i disturbi del cammino associati combinando registrazioni sotto-corticali, studi di biomeccanica ed elettromiografia in realtà virtuale, nuove strategie di neuromodulazione e algoritmi di machine learning.
Obiettivi e metodi che hanno permesso all’ASST Gaetano Pini-CTO di ottenere, solo per questo progetto sul morbo di Parkinson, un finanziamento di 980.000 euro, i quali saranno destinati principalmente al reclutamento di nuove figure professionali, soprattutto nell’ambito della bioingegneria e della neurologia, e al potenziamento del laboratorio di analisi del movimento.
“Questo studio pone il Centro Parkinson e Parkinsonismi dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano come punto di riferimento per la promozione di nuove strategie terapeutiche personalizzate sulle esigenze del singolo paziente”, ha commentato Ioannis Ugo Isaias, direttore del centro. “[…] I recenti progressi della neurofisiologia hanno portato a una nuova interpretazione di alcuni sintomi neurologici, per esempio il freezing della marcia, come deficit di comunicazione tra diverse aree cerebrali. Cercheremo di di chiarire meglio questo aspetto e studieremo nuove strategie terapeutiche personalizzate, come la stimolazione cerebrale profonda di tipo adattativo, per migliorare la qualità di vita dei pazienti parkinsoniani”.