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Traumi cranici negli sport ad alto contatto, nuove evidenze sul flusso sanguigno cerebrale

A cura di Marco Arcidiacono By 10 Settembre 2023Settembre 12th, 2023No Comments
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I traumi cranici ripetuti sono comuni negli sport ad alto contatto. Uno studio pubblicato su Annals of Neurology ha indagato se l’esposizione agli impatti sulla testa negli sport ad alto contatto possa causare cambiamenti longitudinali del flusso sanguigno cerebrale (CBF), parametro utilizzato per descrivere variazioni della perfusione cerebrale potenzialmente indicative di lesioni (1).

In particolare, un gruppo di ricercatori della Stanford University e dell’University of Toronto ha condotto uno studio prospettico su 63 giocatori di football americano (coorte ad alto contatto) e 34 giocatori di pallavolo (controlli a basso contatto), tutti atleti universitari, monitorando il CBF attraverso il 3D pseudocontinuous arterial spin labeling (ASL) fino a un periodo di 4 anni. Il CBF relativo regionale (rCBF, normalizzato rispetto al CBF cerebellare) è stato calcolato dopo la co-registrazione su immagini pesate in T1. Un modello lineare a effetti misti ha valutato la relazione tra rCBF, sport, tempo e la loro interazione.

Per quanto riguarda i giocatori di football, l’rCBF è stato modellato rispetto al rischio di impatto alla testa basato sulla posizione in campo e allo Standardized Concussion Assessment Tool (SCAT) score alla baseline, che misura cognizione, coordinazione ed equilibrio. Alcuni giocatori di football, inoltre, hanno subito traumi alla testa nel corso dello stesso studio (in-study concussion). I ricercatori hanno allora valutato i cambiamenti del rCBF sia entro 1-5 giorni dal trauma (early postconcussion) che entro 3-6 mesi (delayed postconcussion).

Lo studio ha evidenziato una diminuzione del rCBF della materia grigia sopratentoriale tra i giocatori di football rispetto a quelli di pallavolo (sport-time interaction p = 0,012) con un forte effetto nel lobo parietale (p = 0,002). I giocatori di football con un rischio più elevato di impatto basato sulla loro posizione in campo hanno manifestato un rCBF occipitale più basso nel tempo (interaction p = 0,005), mentre quelli con uno SCAT score più basso (worse performance) alla baseline presentavano un rCBF relativamente ridotto a livello di cingulate-insula nel corso del tempo (interaction effect p = 0,007).

Contrariamente ai risultati longitudinali, invece, i traumi cranici provocavano un incremento del rCBF del lobo occipitale entro pochi giorni dall’impatto (p = 0,0166). I ricercatori, inoltre, hanno rilevato che entrambe le coorti mostravano un’asimmetria del rCBF sinistra-destra che diminuiva nel tempo. Secondo i ricercatori, dunque, i risultati di questo studio suggeriscono che l’esposizione agli impatti sulla testa negli sport ad alto contatto possa comportare un aumento precoce del rCBF, ma cumulativamente una diminuzione a lungo termine del rCBF.

“In questo studio gli autori hanno scelto di osservare i cambiamenti longitudinali del CBF in atleti di sport ad alto contatto utilizzando come popolazione di controllo atleti di sport a contatto basso o nullo, come la pallavolo. In questo modo hanno minimizzato possibili effetti confondenti come l’allenamento per attività agonistica intensa, al quale sono sottoposte entrambe le popolazioni in esame”, ha commentato per Neuroinfo Lorenzo Carnevale, research fellow dell’IRCSS Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, Dipartimento di Angiocardioneurologia e Medicina Traslazionale.

“Gli autori hanno osservato che il parametro di flusso sanguigno cerebrale è significativamente alterato in atleti di sport ad alto contatto. Questo tipo di alterazioni è stato precedentemente osservato in pazienti affetti da patologie neurodegenerative, suggerendo un nesso tra il CBF, la salute del cervello e le funzioni cognitive”, spiega Carnevale. “Come ulteriore elemento di interesse gli autori sottolineano l’alterazione precoce in direzione opposta, e quindi un incremento, in caso di concussione.

Questo suggerisce che alla base delle alterazioni conseguenti gli impatti cerebrali vi siano delle disregolazioni di meccanismi complessi, come quello della autoregolazione cerebrale. Sono presenti in letteratura delle dimostrazioni di un legame tra impatti cerebrali, neuroinfiammazione e alterazione della autoregolazione cerebrale, e i risultati di questo studio sono sicuramente interessanti e possono alimentare nuove ricerche in questo contesto”, conclude il ricercatore.

In questa videointervista, abbiamo approfondito con Lorenzo Carnevale anche stato e prospettive della ricerca rispetto all’impatto dei traumi cranici ripetuti negli sport ad alto contatto, e come valutare al meglio parametri come il CBF.

Bibliografia

1. Karimpoor M, Georgiadis M, Zhao M Y, et al, Longitudinal Alterations of Cerebral Blood Flow in High-Contact Sports. Ann Neurol 2023;  https://doi.org/10.1002/ana.26718