
Secondo i risultati di uno studio pubblicato di recente su Molecular Psychiatry, il DNA mitocondriale danneggiato (mtDNA) potrebbe giocare un ruolo chiave nell’innesco e nella diffusione del Morbo di Parkinson (1). I dati, come suggeriscono gli autori dell’analisi, potrebbero aprire a nuove possibilità per la diagnosi precoce, il monitoraggio della patologia e lo sviluppo di nuovi farmaci.
Uno studio precedente aveva identificato la via di segnalazione dell’interferone-beta (IFNβ) come una via chiave associata al Morbo di Parkinson e alla sua evoluzione verso l’associazione con demenza. Nei modelli di topi con Morbo di Parkinson carenti di segnalazione IFNβ, i ricercatori avevano dimostrato che l’IFNβ neuronale è essenziale per mantenere l’omeostasi e il metabolismo mitocondriale. La mancanza di IFNβ neuronale o la sua interruzione causano l’accumulo di mitocondri danneggiati a causa di eccessivo stress ossidativo o per scarsità di adenosina trifosfato.
Nello studio pubblicato su Molecular Psychiatry, i ricercatori hanno confermato la presenza di delezioni di DNA mitocondriale danneggiato nel giro frontale mediale, una regione implicata nelle compromissioni cognitive tipiche del Parkinson, in campioni di tessuto cerebrale di pazienti prelevati post-mortem. Un’evidenza, questa, che suggerirebbe un possibile ruolo del DNA mitocondriale danneggiato nella fisiopatologia della malattia.
In coorti di pazienti con patologia isolata o associata a demenza sono poi state identificate delezioni di mtDNA in aree specifiche delle subunità del complesso I della catena respiratoria mitocondriale, associate a disfunzioni dello stress ossidativo e delle vie di risposta al danno del DNA.
La ricerca ha infine confermato il contributo del DNA mitocondriale danneggiato allo sviluppo della patologia nei modelli animali. Iniezioni nel cervello dei topi hanno infatti indotto sintomi comportamentali simili al Parkinson associato a demenza e causato neurodegenerazione in regioni cerebrali lontane dal sito di iniezione.
Questo suggerisce che questo meccanismo potrebbe contribuire alla diffusione della patologia in modo simile a un’infezione. Un’analisi più approfondita, poi, ha rivelato che il DNA mitocondriale potrebbe agire sui neuroni sani attraverso l’attivazione simultanea delle vie del recettore Toll-like (TLR) 9 e 4, aumentando lo stress ossidativo e causando la morte neuronale.
I ricercatori intendono ora esplorare se il danno a livello di questa struttura possa servire come marcatore predittivo per le diverse fasi della malattia e per la sua progressione. Inoltre, studieranno strategie terapeutiche mirate a ripristinare la funzione mitocondriale normale, al fine di correggere le disfunzioni mitocondriali coinvolte nel Morbo di Parkinson.
Bibliografia1. Tresse E, Marturia-Navarro J, Guinevere Sew WQ, et al. Mitochondrial DNA damage triggers spread of Parkinson’s disease-like pathology. Molecular Psychiatry 2023.