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Parkinson, evidenze a favore di un sistema di infusione continua di levodopa/carbidopa

Redazione By 15 Settembre 2023No Comments
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infusione levodopa/carbidopa

Una nuova modalità di somministrazione di levodopa/carbidopa basata su un’infusione continua è risultata associata, in pazienti con Morbo di Parkinson, a alcuni vantaggi rispetto al regime orale.

Sono stati presentati nel corso dell’ultimo International Congress of Parkinson’s Disease and Movement Disorders, tenutosi a Copenaghen dal 27 al 31 agosto, i risultati aggiornati del trial BouNDless.

Il nuovo regime di trattamento – denominato ND0612 – prevede una somministrazione continua a livello sottocutaneo per 24 ore. Per valutarne l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità, i ricercatori hanno realizzato un trial clinico di fase III coinvolgendo pazienti affetti da malattia avanzata, con almeno 2,5 ore di tempo OFF al giorno e in trattamento con 4 o più dosi quotidiane di levodopa/carbidopa orale.

Dopo una fase di screening, i soggetti sono stati avviati a un trattamento con la formulazione orale a rilascio immediato per 4/6 settimane, seguito da una seconda fase in cui sono stati sottoposti al trattamento con infusione continua per via sottocutanea e, al bisogno per l’ottimizzazione della dose, quella orale.

In una fase successiva, 259 pazienti sono stati assegnati mediante randomizzazione a due gruppi: il primo, composto da 120 soggetti, ha continuato il trattamento con il regime per infusione sottocutanea di levodopa/carbidopa; il secondo, composto da 123 soggetti, è tornato alla formulazione orale assumendo però un placebo per via infusionale. In entrambi i gruppi otto pazienti sono stati esclusi prima del termine del trial.

A un follow up di 12 settimane l’endpoint primario dello studio, costituito dai cambiamenti nel tempo ON senza discinesia, ha messo in evidenza un effetto positivo associato al trattamento con l’infusione continua di levodopa/carbidopa rispetto al regime orale e il placebo (p<0,0001), con un guadagno medio di 1,7 ore al giorno.

Per quanto riguarda gli endpoint secondari, invece, la formulazione testata nel trial BouNDless è risultata associata a una riduzione significativa del tempo OFF (-1,40 ore/giorno; p<0,0001), a un miglioramento nelle fluttuazioni motorie (p<0,0001) e a un impatto positivo misurato sia attraverso il Patient Global Impression of Change score (p<0,0001) che il Clinical Global Impression of Change score (p<0,0001). Non sono emerse differenze significative, invece, per quanto riguarda gli aspetti motori legati al tempo OFF (p=0,89).

In termini di sicurezza, la modalità di somministrazione di levodopa/carbidopa con infusione continua è risultata associata a un tasso maggiore di eventi avversi legati all’assunzione del trattamento (67,2% vs 52,7%) e di quelli gravi (3,1% vs 0%). Anche le reazioni avverse legate al sito di infusione, lievi (43.8% vs 36,6%) e moderate (12,5% vs 5,3%), sono state più frequenti nel gruppo trattato con la formulazione sperimentale. Nessuna differenza, invece, è emersa per quanto riguarda le reazioni gravi legate al sito di infusione.

“I risultati di questo studio randomizzato sono promettenti – ha commentato Michael S. Okun, direttore del Fixel Institute for Neurological Diseases dell’University of Florida Health, in un’intervista rilasciata a Medscape – e le quasi due ore di riduzione del tempo OFF saranno sicuramente rilevanti per molte persone col Parkinson. Riteniamo che questa terapia ridurrà le fluttuazioni motorie e il tempo OFF dopaminergico. Tuttavia – ha concluso – sarà importante sottolineare con i nostri pazienti che questo tipo di trattamento probabilmente non avrà effetti sul cammino, sul linguaggio, sul pensiero”.